Di Elena Cappai, da “La biblioteca di Elena”, https://www.facebook.com/Elenachelegge/
La memoria del paese è diffusa. La memoria del paese ha mille nodi. La memoria del paese somiglia alle piante. La memoria del paese ha radici che si scambiano informazioni. La memoria del paese è inesauribile. Volta per volta è inaffidabile, ma è sempre esatta.
Chiara Valerio, “Chi dice e chi tace”
Giù giù in fondo al Lazio c’è Scauri. Io non ci sono mai stata, ma Vittoria sì. È arrivata un giorno con Mara, sono gli anni ’70 e qualcosa è cambiato in paese. Due donne che vivono insieme, senza essere madre e figlia, con quella differenza di età lì. Mara così bella, Vittoria così incredibile.
Mai una partita a briscola persa, solo quella volta lì in cui Lino Paradiso, delle pompe funebri, con la vincita si è rifatto dei debiti. Vittoria assorta, con il suo passo saldo e seducente per le strade, che ti si avvicinava e con poche erbe sanava ogni ferita. Vittoria che ha trasformato un crocevia in Costantinopoli, portando il mondo a piccole dosi sulla strada.
Premura e seduzione hanno gli stessi gesti. Farmaco e veleno.
Chiara Valerio, cit.
Vittoria è morta nella sua vasca da bagno, lei che nuotava così bene. Affogata sola. Un testamento, un marito, i caldi maglioni nell’armadio. Roma ed il circolo dei ferrovieri. Lea non si dà pace, vuole capire, adesso che finalmente la vede, Vittoria, da morta solamente.
Non aspettatevi un giallo, ma un viaggio. Avanti e indietro, tra pensieri, ricordi, sogni e voci. Una scrittura a tratti onirica, non sempre lineare, ma che restituisce il senso del mistero della vita di ognuno. Quello che non importa, in fin dei conti, comprendere davvero.
Vittoria non era una che spiegava, se capivi capivi, altrimenti andava bene uguale. Si può pure non capire, non è che si fa sempre finta di non capire, si può proprio non capire.
Chiara Valerio, cit.