Recensioni: Francesca Giannone, “La portalettere”

Di Elena Cappai, da “La biblioteca di Elena”, https://www.facebook.com/Elenachelegge/

La lettura, una passione antica.
La condivisione, un piacere.

Lungi da me entrare nelle tante discussioni intorno a questo libro, come sempre restituisco semplicemente ciò che una lettura mi suscita.

La premessa è che non mi aspettavo il libro della vita, ma ero curiosa di leggere un libro al femminile non stucchevole e non sono stata delusa. Mi è piaciuto scoprire che Anna, per quanto la storia sia giustamente romanzata, sia stata una figura reale e desiderosa di essere narrata.

Essere donne nel secolo scorso ha voluto dire molte cose, alcune delle quali tratteggiate in queste righe: le prime riflessioni sul ruolo, la conquista dell’istruzione e del lavoro, il diritto al voto, la possibilità di esprimere idee e parole, il dubbio di non esistere in funzione di un uomo. Nel libro è ancora una storia di marginalità, cose che vengono “da una forestiera” che va in bicicletta e indossa i pantaloni, però bellissima e ben maritata, quindi si lascia fare.

Interessanti le donne intorno, vittime di violenza, innamorate fino a farsi male, oppure salde nel loro ruolo domestico, seppur con qualche rigurgito di rancore.

La storia che passa tra le righe, forse avrebbe avuto dignità di qualche passaggio più pregnante, ma tant’è. Non manca lo stereotipo di chi i pantaloni li porta per genere o stirpe, e che non si azzardasse a voler cucire, che son cose da femmine.

In sottofondo intrecci amorosi vari, ipocriti quanto basta per sembrare reali. L’ironia pungente della bella Anna su tutto, in una Puglia tratteggiata, assolata e di cui sembra di sentire l’odore.

La scrittura è scorrevole e non banale, una buona lettura.

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