Di Elena Cappai, da “La biblioteca di Elena”, https://www.facebook.com/Elenachelegge/
I corpi docili di noi detenuti. Decidono quando e quanto dobbiamo mangiare, quando e quanto dobbiamo dormire, quando e quanto dobbiamo parlare. Di chiama civiltà. Una pena senza dolore. No, senza spettacolo del dolore. Non ci vede nessuno.
Rossella Postorino, “Il corpo docile”
Che sulle istruzioni totali si rifletta e si discuta da tempo è un fatto. Tra gli invisibili e i dimenticati, questo romanzo sceglie i bambini. Figli nati in carcere, con un pomeriggio d’aria nel mondo fuori, chiusi nella pena di un altro finché qualcuno non decide che la loro pena è finita. Compi tre anni, una bella festa e via, fuori. È finito il tempo del legame, la colpa della madre scontata. Fuori, una vita sconosciuta, con mani senza odore e senza storia. La diffidenza rimane negli occhi, l’ incapacità di scegliere sulla pelle.
L’ infanzia in carcere forgia invisibili, ci racconta Milena, che ora per quei bambini fa la volontaria. I legami sono indissolubili e senza definizioni: sono e basta.
Un libro interessante, che dietro la trama semplice, spinge a riflettere sullo sguardo che lanciamo dietro le sbarre e sugli aspetti sui quali la civiltà chiude gli occhi.