Di Elena Cappai, da “La biblioteca di Elena”, https://www.facebook.com/Elenachelegge/
Perché non solo lei vive questa storia e non solo per lei la storia procede verso il finale: andrà avanti anche senza di lei, oscura e insensata, e forse chissà un giorno o l’altro la si potrà decifrare, ma lei non ci sarà più.
Zeruya Shalev, “Stupore”
Ho scelto di leggere questo libro perché ho amato lo stile della scrittrice già in “Dolore”. Non è un testo semplice, ma minuzioso e avvolgente. Faticoso e duro in certi passaggi.
Due donne, Rachel e Atara, attraversano e ripercorrono passaggi di vita intrecciati fra loro e con la storia di Israele. La lotta implacabile per affermare principi e radici, il dolore del sacrificio, la necessità dell’abbandono. Una vita, quella di Rachel lunga oltre la pazienza, ma rinvigorita da quella sconosciuta che bussa alla sua porta, per ricostruire sulle ceneri del passato. È proprio la ricerca delle sue memorie alla morte del padre che spinge Atara in quel viaggio. Sceglie la sua strada e intanto il marito improvvisamente muore.
Le lunghe pagine dedicate all’ interiorità delle protagoniste sono scritte in modo magistrale e durissimo, se ne ricava lo stesso senso di oppressione, di aria che manca, di pensieri confusi, di caldo asfissiante. Lo stupore sta nella rinascita che viene dall’ inatteso, dal lasciar andare, dall’ attesa di nuove parole cucite tra passato e presente. Si aprono le finestre ed entra la luce.
C’è chi troverà pace tornando ad una tradizione antica e chi, finalmente, aprendo la porta per mettersi in cammino.